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Nell'immaginario collettivo Ia visita urologica sembra essere di esclusiva pertinenza maschile. Esistono invece numerose patologie di cui possono essere affette anche le donne, per le quali dovrebbero rivolgersi allo specialista urologo e non rivolgersi unicamente al ginecologo.

Altro mito da sfatare: non c'è età per andare dall'urologo, nè per gli uomini nè per le donne.
II compito dell'urologo è quello di occuparsi della prevenzione e della cura delle patologie a carico dell'apparato urinario (reni, vescica, ureteri, uretra) sia maschile che femminile (ma anche della prostata e degli organi genitali esterni maschili). Siamo abituati a considerare che le patologie interessanti i tratti genito-urinario nell'uomo debbano essere di competenza dell'urologo, mentre nella donna tale compito sia di pertinenza del ginecologo.
Vediamo, dunque, quando una donna deve sottoporsi a visita urologica.

Una delle patologie urologiche più frequenti è la CALCOLOSI URINARIA, che rappresenta circa il 20% delle cause di accesso al Pronto Soccorso.

La sintomatologia tipica a quella della COLICA RENALE, con comparsa di intenso dolore in sede lombare, irradiato anteriormente verso i genitali esterni. Non tutti i calcoli possono manifestarsi mediante colica renali: calcoli di ragguardevoli dimensioni possono essere asintomatici. Tale litiasi deve comunque essere valutata dallo specialista urologo in quanto, se sottovalutata proprio per la sua asintomaticità, potrebbe determinare problematiche maggiori.
Possono interessare il sesso femminile anche le malattie neoplastiche dell'apparato urinario: TUMORE del RENE, del SISTEMA PIELO-URETERALE e della VESCICA.

Tali patologie colpiscono attualmente le donne con una percentuale sovrapponibile a quella degli uomini, diversamente da quanto accadeva in passato, ove per svariati motivi erano gli uomini ad avere questo triste primato.

Esistono, poi, condizioni patologiche che riguardano principalmente iI sesso femminile, che se non trattate possono portare a un peggioramento della qualità della vita, condizionando lo svolgimento delle comuni attività quotidiane, limitando Ia propria vita sociale o rendendo difficoltosa, se non impossibiie, una normale vita sessuale.
L'INCONTINENZA URINARIA colpisce un numero ragguardevole di donne ed è un problema estremamente sottovalutato ed ancor poco conosciuto.
L'intimità del problema e l'impatto sociale che ne deriva, fa si che esso diventi motivo di vergogna e che le donne siano reticenti a parlarne con il proprio curante, considerandolo come una situazione quasi "normale" che si verifica con l'età.
L'emancipazione femminile ha fatto si che le donne, acquisendo una maggiore coscienza di sè, del proprio corpo e della propria femminilità, abbiano deciso di parlarne con il proprio medico o con lo specialista urologo.

Oltre al numero di gravidanze, al sovrappeso, alla menopausa con le sue alterazioni ormonali che portano a un ridotto trofismo e un conseguente indebolimento delle strutture di supporto della pelvi, tra i fattori di rischio favorenti l'incontinenza urinaria, vi sono anche il fumo di sigaretta, I'elevato consumo di aicool, la stipsi e le malattie respiratorie croniche.
Esistono due principali tipi di incontinenza: da sforzo e da urgenza.
La prima è caratterizzata da perdita di urina conseguente a un improvviso aumento della pressione addominale, come ad esempio un violento colpo di tosse, uno starnuto, una risata o il sollevamento di un peso elevato. L'incontinenza da urgenza è spesso legata a condizioni neurologiche o infiammatorie della vescica, a causa delle quail non si riesce a trattenere lo stimolo minzionale impedendo, taivolta, persino di raggiungere il bagno con conseguente involontaria perdita di urina.
Di fronte a questi sintomi, lo specialista urologo, imposta l'iter diagnostico terapeutico adeguato (ciclo di fisiokinesiterapia del piano perineale, terapia farmacologica sino, in alcuni casi, all'intervento chirurgico)
Inoltre le donne dovrebbero rivolgersi all'urologo in caso di prolassi, infezioni delle vie urinarie, cistiti ricorrenti, dolore persistente a reni o vescica. Ora è chiaro che l'urologo non è il "ginecologo" degli uomini.

 

 

Articolo a cura 

Dr. Riccardo Anceschi

 

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