verruche

Viene definito mollusco contagioso una neoformazione benigna provocata da un virus, precisamente un poxvirus, che ha come organo bersaglio la pelle.

Si tratta di una infezione contagiosa abbastanza comune tanto che, anche a causa dell’aspetto che assume, viene  talvolta confusa con le verruche.

 

COME RICONOSCERLI?

L’aspetto del mollusco corrisponde a un corpuscolo rotondeggiante di pochi millimetri, morbido al tatto, lievemente rilevato sulla superficie cutanea. La caratteristica identificativa di questa infezione è quella di presentare una piccola ombelicatura centrale delle papule che contengono un materiale granuloso e biancastro, definito “corpo del mollusco”.

Tale ombelicatura non è sempre visibile a occhio nudo, ma con la dermoscopia si può fugare ogni dubbio sulla sua natura.

 

CAUSE E TRASMISSIONE

Il contagio avviene per contatto con la cute infetta, ma anche l’utilizzo di oggetti personali contaminati potrebbe favorire la trasmissione.

L’auto-contagio o auto-inoculazione è altrettanto verificabile; basta talvolta graffiare una lesione e poi toccarsi in un altro punto del corpo (il momento della depilazione o della rasatura sono emblematici). Il contagio potrebbe inoltre avvenire all’interno di ambienti caldi e umidi condivisi come piscine e saune.

I molluschi possono colpire sia adulti che bambini, in qualunque parte  del corpo. Per gli adulti le zone più interessate sono cosce, natiche, inguine e basso ventre; ma tra le altre aree interessate dai molluschi contagiosi possiamo ritrovare la zona dei genitali e quella anale. Infatti, nel caso degli adulti, è spesso considerata una vera e propria malattia a trasmissione sessuale; tuttavia è necessario ribadire che non è sempre necessario un rapporto intimo per contrarre l’infezione. Nei bambini, che si contagiano frequentemente in piscina, palestra o nelle comunità scolastiche, i molluschi si localizzano prevalentemente sul volto, tronco e arti.

 

SINTOMI

Abbiamo detto che i molluschi assumono l’aspetto di escrescenze cutanee, biancastre o rosate, con una piccola ombelicatura centrale, di norma lisce al tatto.

Il periodo di incubazione dura in media dai due ai tre mesi, ma in alcuni casi si possono manifestare dopo due settimane o a volte anche dopo sei mesi.

I sintomi sono rari ma a volte possono comparire, a seconda delle sedi interessate, prurito, senso di fastidio e rossore.

 

COME CURARLI?

Per il trattamento dei molluschi si deve sempre tenere in considerazione il numero e le sedi delle lesioni, l’età del paziente e le sue aspettative.

La terapia consiste prevalentemente nel curettage (eliminazione mediante l’utilizzo di un “cucchiaino” dai bordi taglienti) o crioterapia con azoto liquido. Si tratta di  di tecniche certamente efficaci, ma fastidiose soprattutto per i bambini o su zone sensibili come i genitali.

Anche il laser e la diatermocoagulazione rappresentano una soluzione.

E’comunque importante ricordare che nessun trattamento è più efficace di un altro nel prevenire le eventuali recidive, che talvolta possono manifestarsi anche per vari mesi.

I molluschi potrebbero anche guarire spontaneamente, in genere nell’arco di sei mesi, lungo periodo in cui il paziente potrebbe involontariamente trasmettere il virus ad altri o per auto-inoculazione in altre parti del corpo.

Questa argomentazione appare assai rilevante per i molluschi contagiosi che interessano i bambini in età scolare. Il loro trattamento, a mio parere, diventa pertanto necessario.

Esistono infine anche dei trattamenti topici per eliminare i molluschi. Queste soluzioni sono indicate quando le lesioni sono molto numerose e il paziente adulto o bambino non desidera sottoporsi a terapie più fastidiose come il courettage, la crioterapia, il laser o la diatermocoagulazione. Tra le preparazioni topiche esistenti ve ne sono alcune efficaci e tra queste l’idrossido di potassio al 5% o al 10%.

E’ ovviamente controindicato tentare terapie fai da te o ancora peggio provare a rimuovere personalmente le lesioni; il rischio è di causare piccole infezioni e auto-inoculazioni, peggiorando così la situazione. La decisione giusta è quella di consultare il medico di famiglia o il pediatra e il dermatologo.

 

Articolo a cura del

Prof. Maurizio Coppini

 

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